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<p>Parla Alessandro Canelli, sindaco leghista di Novara e presidente della fondazione Ifel dell'Anci: "Già nel 2021, ai tavoli tecnici, abbiamo proposto un sistema senza rischi per la privacy"</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/05/i-comuni-lagenzia-delle-entrate-ci-dia-accesso-ai-dati-sui-conti-correnti-di-chi-evade-e-indispensabile-per-riscuotere-i-crediti-fiscali/7500547/">I Comuni: “L’Agenzia delle Entrate ci dia accesso ai dati sui conti correnti di chi evade. È indispensabile per riscuotere i crediti fiscali”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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<p>“Non sarebbe un’<strong>invasione della privacy</strong> ma solo un modo per consentire ai Comuni di <strong>riscuotere</strong> in maniera più efficace i propri <strong>crediti</strong> senza sprecare tempo e risorse umane”. <strong>Alessandro Canelli</strong>, sindaco leghista di Novara e presidente della <strong>fondazione Ifel</strong> dell’<strong>Anci</strong>, che assiste i sindaci sui temi della finanza locale, non ha dubbi: l’<strong>Agenzia delle Entrate</strong> deve battere un colpo e attuare la <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/23/riscossione-ancora-inattuata-dopo-4-anni-la-norma-che-doveva-consentire-ai-comuni-di-accedere-allanagrafe-dei-conti-correnti/7485726/">norma del 2020 che consente agli enti locali di avere accesso ai <strong>dati dell’anagrafe dei conti correnti</strong></a>. Perché dall’efficacia della riscossione dipende ora più che mai la<strong> tenuta dei bilanci</strong> dei Comuni, alle prese con <strong>uscite gonfiate</strong> dall’inflazione e dai rinnovi contrattuali. Quindi è urgente che nella “cassetta degli attrezzi” a disposizione dei funzionari entri uno strumento che consenta di sapere se sui conti di chi non paga <strong>Imu</strong> e <strong>Tari </strong>ci sono cifre sufficienti per coprire il debito, in modo da procedere con i <strong>pignoramenti</strong> solo se ne vale la pena.</p> <p>Consapevole che, almeno a parole, la linea del Carroccio su questi argomenti oscilla tra l’estrema cautela e il <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/31/maggioranza-spaccata-su-lotta-evasione-leo-usare-le-informazioni-sui-social/7428474/">rifiuto di misure potenzialmente invasive per i contribuenti,</a> Canelli pesa le parole: “Comprendiamo i timori. Per questo non abbiamo mai chiesto che a tutti i 7.800 Comuni siano fornite <strong>credenziali</strong> di accesso per consultare l’archivio dei rapporti finanziari: già <strong>nel 2021, ai tavoli tecnici</strong>, abbiamo proposto un sistema “cieco”, sicuro sotto il profilo della privacy. Ci accontenteremmo di inviare alle Entrate una <strong>lista di debitori</strong> certificata dai nostri funzionari e dovrebbe essere poi l’Agenzia a fare le verifiche e dirci dove il contribuente ha il conto e se questo è <strong>capiente</strong>“. È una necessità, spiega, perché le difficoltà finanziarie degli enti locali stanno diventando sempre più <strong>pressanti</strong> e l’unica strada per evitare <strong>dissesti</strong> è aumentare il livello della riscossione, che “soprattutto nelle grandi città e in molte aree del Sud è troppo basso”.</p> <p>Anche dall’Anci fanno sapere che la fase del confronto è ormai superata: la palla è da tempo nel campo dell’Agenza guidata da <strong>Ernesto Maria Ruffini</strong>, che deve mettere a punto una soluzione tecnica per dare accesso a quelle informazioni con una<strong> procedura rapida e gratuita</strong>. Poi andrà interpellato il <strong>Garante della Privacy</strong>, a cui la questione è nota visto che già nell’<strong>estate 2022</strong> l’associazione del Comuni – non avendo ricevuto riscontri dall’amministrazione finanziaria – ha scritto all’autorità riassumendo la propria proposta e sottolineando l’urgenza di procedere perché “l’accesso ai dati è <strong>fattore critico per un’efficace gestione</strong> della riscossione locale e quest’ultima è, a sua volta, premessa indispensabile per la buona tenuta dei bilanci degli enti in un quadro complessivo di <strong>equità fiscale</strong>“.</p> <p><strong>Alessandro Santoro</strong>, ex presidente della commissione che scrive la relazione annuale con le stime sull’evasione fiscale e contributiva, avverte dal canto suo che non è “solo” un problema di bilanci: “Bisogna tener presente che la riscossione è una <strong>parte fondamentale della lotta all’evasione</strong>“, chiarisce. “Se non funziona, cioè la probabilità di riscuotere ogni euro accertato è bassissima, anche l’azione di controllo diventa non credibile”.</p> <p>La norma del 2020 avrebbe dovuto quindi chiudere il cerchio e rafforzare la <strong>deterrenza</strong>, anche a livello locale. Fino a quando rimarrà inattuata, le armi degli enti interessati a riscuotere saranno spuntate: dovranno continuare a seguire un percorso a ostacoli che prevede – come per i creditori privati – una richiesta di <strong>autorizzazione al Tribunale o alla Corte di Appello </strong>con relativi <strong>costi economici</strong>, sproporzionati rispetto a debiti che nella maggior parte dei casi ammontano a poche centinaia di euro. Per non parlare del costo-opportunità di impiegare a quei fini dei funzionari che potrebbero invece dedicarsi agli <strong>accertamenti</strong>, cioè la fase “bonaria” che precede la riscossione coattiva e punta a prevenire l’evasione. </p> <p>Per rendere più efficiente il ciclo della riscossione, conclude Canelli, anche quella fase va rafforzata: “Occorre consentire ai Comuni di <strong>investire sul personale</strong>, perché anche negli enti che per la parte coattiva si rivolgono a società esterne le prime fasi vengono gestite internamente. E sarebbe opportuno legare l’aumento degli incassi a<strong> minori obblighi di accantonamento</strong> al <strong>fondo crediti di dubbia esigibilità</strong>, quello in cui vanno “<strong>congelate</strong>” somme pari alla media delle entrate non riscosse negli ultimi 5 anni”. La dimensione di quel fondo è quindi direttamente collegata alla capacità di riscuotere. Al Sud e nelle Isole il 40% dei piccoli Comuni (tra 1000 e 5mila abitanti) ha dovuto accantonare somme <strong>superiori al 120% della media nazionale</strong>. Tra i grandi Comuni del Centro e del Mezzogiorno, il 100% fa i conti con accantonamenti molto sopra la media.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/05/i-comuni-lagenzia-delle-entrate-ci-dia-accesso-ai-dati-sui-conti-correnti-di-chi-evade-e-indispensabile-per-riscuotere-i-crediti-fiscali/7500547/">I Comuni: “L’Agenzia delle Entrate ci dia accesso ai dati sui conti correnti di chi evade. È indispensabile per riscuotere i crediti fiscali”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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È indispensabile per riscuotere i crediti fiscali”' summary: | <p>Parla Alessandro Canelli, sindaco leghista di Novara e presidente della fondazione Ifel dell'Anci: "Già nel 2021, ai tavoli tecnici, abbiamo proposto un sistema senza rischi per la privacy"</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/05/i-comuni-lagenzia-delle-entrate-ci-dia-accesso-ai-dati-sui-conti-correnti-di-chi-evade-e-indispensabile-per-riscuotere-i-crediti-fiscali/7500547/">I Comuni: “L’Agenzia delle Entrate ci dia accesso ai dati sui conti correnti di chi evade. È indispensabile per riscuotere i crediti fiscali”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> rss_fields: - title - url - comments - author - published - categories - entry_id - summary - content - image image: https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/04/04/canelli-1200-1050x551.jpg author: Chiara Brusini content: | <p>“Non sarebbe un’<strong>invasione della privacy</strong> ma solo un modo per consentire ai Comuni di <strong>riscuotere</strong> in maniera più efficace i propri <strong>crediti</strong> senza sprecare tempo e risorse umane”. <strong>Alessandro Canelli</strong>, sindaco leghista di Novara e presidente della <strong>fondazione Ifel</strong> dell’<strong>Anci</strong>, che assiste i sindaci sui temi della finanza locale, non ha dubbi: l’<strong>Agenzia delle Entrate</strong> deve battere un colpo e attuare la <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/23/riscossione-ancora-inattuata-dopo-4-anni-la-norma-che-doveva-consentire-ai-comuni-di-accedere-allanagrafe-dei-conti-correnti/7485726/">norma del 2020 che consente agli enti locali di avere accesso ai <strong>dati dell’anagrafe dei conti correnti</strong></a>. Perché dall’efficacia della riscossione dipende ora più che mai la<strong> tenuta dei bilanci</strong> dei Comuni, alle prese con <strong>uscite gonfiate</strong> dall’inflazione e dai rinnovi contrattuali. Quindi è urgente che nella “cassetta degli attrezzi” a disposizione dei funzionari entri uno strumento che consenta di sapere se sui conti di chi non paga <strong>Imu</strong> e <strong>Tari </strong>ci sono cifre sufficienti per coprire il debito, in modo da procedere con i <strong>pignoramenti</strong> solo se ne vale la pena.</p> <p>Consapevole che, almeno a parole, la linea del Carroccio su questi argomenti oscilla tra l’estrema cautela e il <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/31/maggioranza-spaccata-su-lotta-evasione-leo-usare-le-informazioni-sui-social/7428474/">rifiuto di misure potenzialmente invasive per i contribuenti,</a> Canelli pesa le parole: “Comprendiamo i timori. Per questo non abbiamo mai chiesto che a tutti i 7.800 Comuni siano fornite <strong>credenziali</strong> di accesso per consultare l’archivio dei rapporti finanziari: già <strong>nel 2021, ai tavoli tecnici</strong>, abbiamo proposto un sistema “cieco”, sicuro sotto il profilo della privacy. Ci accontenteremmo di inviare alle Entrate una <strong>lista di debitori</strong> certificata dai nostri funzionari e dovrebbe essere poi l’Agenzia a fare le verifiche e dirci dove il contribuente ha il conto e se questo è <strong>capiente</strong>“. È una necessità, spiega, perché le difficoltà finanziarie degli enti locali stanno diventando sempre più <strong>pressanti</strong> e l’unica strada per evitare <strong>dissesti</strong> è aumentare il livello della riscossione, che “soprattutto nelle grandi città e in molte aree del Sud è troppo basso”.</p> <p>Anche dall’Anci fanno sapere che la fase del confronto è ormai superata: la palla è da tempo nel campo dell’Agenza guidata da <strong>Ernesto Maria Ruffini</strong>, che deve mettere a punto una soluzione tecnica per dare accesso a quelle informazioni con una<strong> procedura rapida e gratuita</strong>. Poi andrà interpellato il <strong>Garante della Privacy</strong>, a cui la questione è nota visto che già nell’<strong>estate 2022</strong> l’associazione del Comuni – non avendo ricevuto riscontri dall’amministrazione finanziaria – ha scritto all’autorità riassumendo la propria proposta e sottolineando l’urgenza di procedere perché “l’accesso ai dati è <strong>fattore critico per un’efficace gestione</strong> della riscossione locale e quest’ultima è, a sua volta, premessa indispensabile per la buona tenuta dei bilanci degli enti in un quadro complessivo di <strong>equità fiscale</strong>“.</p> <p><strong>Alessandro Santoro</strong>, ex presidente della commissione che scrive la relazione annuale con le stime sull’evasione fiscale e contributiva, avverte dal canto suo che non è “solo” un problema di bilanci: “Bisogna tener presente che la riscossione è una <strong>parte fondamentale della lotta all’evasione</strong>“, chiarisce. “Se non funziona, cioè la probabilità di riscuotere ogni euro accertato è bassissima, anche l’azione di controllo diventa non credibile”.</p> <p>La norma del 2020 avrebbe dovuto quindi chiudere il cerchio e rafforzare la <strong>deterrenza</strong>, anche a livello locale. Fino a quando rimarrà inattuata, le armi degli enti interessati a riscuotere saranno spuntate: dovranno continuare a seguire un percorso a ostacoli che prevede – come per i creditori privati – una richiesta di <strong>autorizzazione al Tribunale o alla Corte di Appello </strong>con relativi <strong>costi economici</strong>, sproporzionati rispetto a debiti che nella maggior parte dei casi ammontano a poche centinaia di euro. Per non parlare del costo-opportunità di impiegare a quei fini dei funzionari che potrebbero invece dedicarsi agli <strong>accertamenti</strong>, cioè la fase “bonaria” che precede la riscossione coattiva e punta a prevenire l’evasione. </p> <p>Per rendere più efficiente il ciclo della riscossione, conclude Canelli, anche quella fase va rafforzata: “Occorre consentire ai Comuni di <strong>investire sul personale</strong>, perché anche negli enti che per la parte coattiva si rivolgono a società esterne le prime fasi vengono gestite internamente. E sarebbe opportuno legare l’aumento degli incassi a<strong> minori obblighi di accantonamento</strong> al <strong>fondo crediti di dubbia esigibilità</strong>, quello in cui vanno “<strong>congelate</strong>” somme pari alla media delle entrate non riscosse negli ultimi 5 anni”. La dimensione di quel fondo è quindi direttamente collegata alla capacità di riscuotere. Al Sud e nelle Isole il 40% dei piccoli Comuni (tra 1000 e 5mila abitanti) ha dovuto accantonare somme <strong>superiori al 120% della media nazionale</strong>. Tra i grandi Comuni del Centro e del Mezzogiorno, il 100% fa i conti con accantonamenti molto sopra la media.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/05/i-comuni-lagenzia-delle-entrate-ci-dia-accesso-ai-dati-sui-conti-correnti-di-chi-evade-e-indispensabile-per-riscuotere-i-crediti-fiscali/7500547/">I Comuni: “L’Agenzia delle Entrate ci dia accesso ai dati sui conti correnti di chi evade. 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