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<p>La lezione del Covid non è servita a nulla. Continua ad allargarsi il gap tra la spesa sanitaria pro capite dell’Italia e quella sostenuta dagli altri grandi paesi europei. Nel giorno in cui 14 tra i più importanti scienziati italiani lanciano l’allarme sulla crisi del sistema sanitario pubblico, l’ultima relazione della Corte dei Conti al […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/03/sanita-a-pezzi-la-corte-dei-conti-spesa-pro-capite-inferiore-del-53-rispetto-a-quella-della-germania-42-rispetto-alla-francia/7500055/">Sanità a pezzi, la Corte dei Conti: “Spesa pro capite inferiore del 53% rispetto a quella della Germania, -42% rispetto alla Francia”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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<p>La lezione del <strong>Covid</strong> non è servita a nulla. Continua ad allargarsi il <strong>gap</strong> tra la <strong>spesa sanitaria pro capite</strong> dell’Italia e quella sostenuta dagli altri grandi paesi europei. Nel giorno in cui 14 tra i più importanti scienziati italiani lanciano <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/03/il-grido-di-allarme-di-scienziati-e-ricercatori-il-servizio-sanitario-e-in-crisi-tra-difficolta-di-cura-e-diseguaglianze-serve-piano-di-finanziamento-straordinario/7499953/">l’allarme sulla crisi del sistema sanitario pubblico</a>, l’ultima relazione della<strong> Corte dei Conti</strong> al Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali aiuta a inquadrare i termini di un depauperamento preoccupante. Basti dire che nel 2022 la spesa pro capite a parità di potere d’acquisto in Italia è stata pari a <strong>3.255 dollari</strong>, “inferiore del 53% a quella della Germania (6.930 USD), del 42% rispetto a quella della Francia (5.622 USD), e del 27,3% all’analoga spesa del Regno Unito”, scrivono i magistrati contabili.</p> <p>È il risultato di investimenti che anche dopo lo scoppio della pandemia sono rimasti insufficienti: “Nel 2020/2021 la spesa sanitaria pubblica è aumentata, in valore cumulato, del 15,5% in Italia, un incremento rilevante rispetto a quello medio anteriore alla pandemia, ma assai <strong>inferiore a quello avutosi in Francia (+19,2%)</strong>, <strong>Germania (18,4%)</strong>, e <strong>Regno Unito (+28,6%)</strong>. Anche nel 2022, l’incremento pro capite in Italia, pari al 6,7%, è stato inferiore a quello di Germania (+7,9%) e Francia (+8,6%), mentre il Regno Unito, che ha conosciuto la variazione percentuale più rilevante nel precedente biennio (2020/2021), nel 2022 riduce la spesa dell’1,3%”. Nel 2022, quando la spesa sanitaria si è attestata a 131 miliardi contro i 423 della Germania e 271 della Francia, l’incidenza sul <strong>Pil</strong> è stata pari al <strong>6,8%</strong>, “superiore di un decimo di punto a quella del Portogallo (6,7%) e di 1,7 punti rispetto alla Grecia (5,1%), ma <strong>inferiore di ben 4,1 punti percentuali a quella tedesca (10,9%),</strong> 3,5 punti a quella francese (10,3%), 2,5 punti rispetto al Regno Unito (9,3%), e inferiore di mezzo punto anche a quella spagnola (7,3%)”.</p> <p>E ancora: “Esaminando i dati in valore reale (al netto dell’inflazione), nel quadriennio antecedente alla pandemia (2016-2019) la crescita della spesa sanitaria italiana è stata <strong>inferiore di 2,3 punti percentuali alla variazione del Pil in volume</strong>, mentre in Francia, Germania e Regno Unito essa è cresciuta, rispettivamente, 6, 5,5 e<br /> 1,9 punti percentuali più del Pil”. Nel primo anno del biennio pandemico (2020/2021), a causa dell’emergenza sanitaria e della recessione, il rapporto in Italia “si inverte, mentre nel 2021, per effetto del rimbalzo dell’economia sull’anno precedente (+8,3%), quest’ultima cresce quasi il triplo della spesa sanitaria (+2,9%)”. Confrontando, l’andamento delle due grandezze “nell’intero arco temporale (2016/2022), <strong>la variazione cumulata complessiva della spesa sanitaria italiana risulta inferiore di un punto </strong><strong>percentuale a quella del Pil</strong> (6,6% a fronte di 7,7%); andamenti ben diversi si riscontrano, invece, in Francia e Germania, dove la spesa sanitaria pubblica è incrementata ad un tasso circa triplo rispetto a quello del Pil, e nel Regno Unito, nel quale la crescita percentuale è stata oltre il doppio della variazione del prodotto interno lordo (+25,4% a fronte di +10,2%)”.</p> <p>Finora, incredibilmente, “malgrado la relativa esiguità delle risorse finanziarie impiegate (in termini di finanziamento e spesa pro capite), le performance del SSN, riguardo agli esiti di salute e alla qualità delle cure, risultano generalmente superiori a quelle medie dei Paesi OCSE, e descrivono, quindi, un <strong>sistema sanitario mediamente efficiente ed efficace</strong>“, annota la Corte dei Conti. Ma l’altra faccia della medaglia sono le liste d’attesa sempre più lunghe: per quanto riguarda gli interventi chirurgici “urgenti” (classe A), da erogare entro 30 giorni dalla prescrizione, “nel 2021, sul piano nazionale, su 12 tipologie di interventi relativi alle principali <strong>patologie tumorali o cardiache</strong>, solo per quattro è migliorata rispetto al 2019 la percentuale di erogazione delle prestazioni nei tempi standard di attesa; nel 2022, inoltre, rispetto all’anno precedente, vi è stato un lieve, generalizzato, <strong>peggioramento della performance per tutte le tipologie di intervento</strong>, ed i volumi di attività complessivamente erogati dalle strutture ospedaliere pubbliche e accreditate, pur incrementati di 328.000 unità rispetto al 2021, sono stati ancora inferiori di circa il 10% rispetto al 2019 (pari, in valore assoluto, a 890.000 ricoveri in meno); il recupero ha riguardato soprattutto i ricoveri programmati e diurni, mentre quelli di urgenza sono stati, nel 2022, ancora inferiori del 13% rispetto al 2019″.</p> <p>Il risultato è un<strong> forte aumento della spesa privata</strong> “che appare assai elevata, crescente, e<strong> molto superiore a quella degli altri paesi dell’UE.</strong> Nel 2022, in Italia la spesa diretta a carico delle famiglie è stata il 21,4% di quella totale, pari ad un valore pro capite di 624,7 euro, in crescita del 2,10% rispetto al 2019, con ampi divari tra Nord (che spende mediamente di più) e Mezzogiorno. Confrontandola con quella dei maggiori paesi europei, a fronte del 21,4% di quella italiana, corrispondente, a parità di potere d’acquisto, a 920 dollari pro capite, l’out of pocket in Francia raggiunge appena l’8,9% del valore totale (corrispondente, per il 2021, 544 dollari pro capite), l’11% in Germania (882 dollari pro capite)”.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/03/sanita-a-pezzi-la-corte-dei-conti-spesa-pro-capite-inferiore-del-53-rispetto-a-quella-della-germania-42-rispetto-alla-francia/7500055/">Sanità a pezzi, la Corte dei Conti: “Spesa pro capite inferiore del 53% rispetto a quella della Germania, -42% rispetto alla Francia”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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Basti dire che nel 2022 la spesa pro capite a parità di potere d’acquisto in Italia è stata pari a <strong>3.255 dollari</strong>, “inferiore del 53% a quella della Germania (6.930 USD), del 42% rispetto a quella della Francia (5.622 USD), e del 27,3% all’analoga spesa del Regno Unito”, scrivono i magistrati contabili.</p> <p>È il risultato di investimenti che anche dopo lo scoppio della pandemia sono rimasti insufficienti: “Nel 2020/2021 la spesa sanitaria pubblica è aumentata, in valore cumulato, del 15,5% in Italia, un incremento rilevante rispetto a quello medio anteriore alla pandemia, ma assai <strong>inferiore a quello avutosi in Francia (+19,2%)</strong>, <strong>Germania (18,4%)</strong>, e <strong>Regno Unito (+28,6%)</strong>. Anche nel 2022, l’incremento pro capite in Italia, pari al 6,7%, è stato inferiore a quello di Germania (+7,9%) e Francia (+8,6%), mentre il Regno Unito, che ha conosciuto la variazione percentuale più rilevante nel precedente biennio (2020/2021), nel 2022 riduce la spesa dell’1,3%”. Nel 2022, quando la spesa sanitaria si è attestata a 131 miliardi contro i 423 della Germania e 271 della Francia, l’incidenza sul <strong>Pil</strong> è stata pari al <strong>6,8%</strong>, “superiore di un decimo di punto a quella del Portogallo (6,7%) e di 1,7 punti rispetto alla Grecia (5,1%), ma <strong>inferiore di ben 4,1 punti percentuali a quella tedesca (10,9%),</strong> 3,5 punti a quella francese (10,3%), 2,5 punti rispetto al Regno Unito (9,3%), e inferiore di mezzo punto anche a quella spagnola (7,3%)”.</p> <p>E ancora: “Esaminando i dati in valore reale (al netto dell’inflazione), nel quadriennio antecedente alla pandemia (2016-2019) la crescita della spesa sanitaria italiana è stata <strong>inferiore di 2,3 punti percentuali alla variazione del Pil in volume</strong>, mentre in Francia, Germania e Regno Unito essa è cresciuta, rispettivamente, 6, 5,5 e<br /> 1,9 punti percentuali più del Pil”. Nel primo anno del biennio pandemico (2020/2021), a causa dell’emergenza sanitaria e della recessione, il rapporto in Italia “si inverte, mentre nel 2021, per effetto del rimbalzo dell’economia sull’anno precedente (+8,3%), quest’ultima cresce quasi il triplo della spesa sanitaria (+2,9%)”. Confrontando, l’andamento delle due grandezze “nell’intero arco temporale (2016/2022), <strong>la variazione cumulata complessiva della spesa sanitaria italiana risulta inferiore di un punto </strong><strong>percentuale a quella del Pil</strong> (6,6% a fronte di 7,7%); andamenti ben diversi si riscontrano, invece, in Francia e Germania, dove la spesa sanitaria pubblica è incrementata ad un tasso circa triplo rispetto a quello del Pil, e nel Regno Unito, nel quale la crescita percentuale è stata oltre il doppio della variazione del prodotto interno lordo (+25,4% a fronte di +10,2%)”.</p> <p>Finora, incredibilmente, “malgrado la relativa esiguità delle risorse finanziarie impiegate (in termini di finanziamento e spesa pro capite), le performance del SSN, riguardo agli esiti di salute e alla qualità delle cure, risultano generalmente superiori a quelle medie dei Paesi OCSE, e descrivono, quindi, un <strong>sistema sanitario mediamente efficiente ed efficace</strong>“, annota la Corte dei Conti. Ma l’altra faccia della medaglia sono le liste d’attesa sempre più lunghe: per quanto riguarda gli interventi chirurgici “urgenti” (classe A), da erogare entro 30 giorni dalla prescrizione, “nel 2021, sul piano nazionale, su 12 tipologie di interventi relativi alle principali <strong>patologie tumorali o cardiache</strong>, solo per quattro è migliorata rispetto al 2019 la percentuale di erogazione delle prestazioni nei tempi standard di attesa; nel 2022, inoltre, rispetto all’anno precedente, vi è stato un lieve, generalizzato, <strong>peggioramento della performance per tutte le tipologie di intervento</strong>, ed i volumi di attività complessivamente erogati dalle strutture ospedaliere pubbliche e accreditate, pur incrementati di 328.000 unità rispetto al 2021, sono stati ancora inferiori di circa il 10% rispetto al 2019 (pari, in valore assoluto, a 890.000 ricoveri in meno); il recupero ha riguardato soprattutto i ricoveri programmati e diurni, mentre quelli di urgenza sono stati, nel 2022, ancora inferiori del 13% rispetto al 2019″.</p> <p>Il risultato è un<strong> forte aumento della spesa privata</strong> “che appare assai elevata, crescente, e<strong> molto superiore a quella degli altri paesi dell’UE.</strong> Nel 2022, in Italia la spesa diretta a carico delle famiglie è stata il 21,4% di quella totale, pari ad un valore pro capite di 624,7 euro, in crescita del 2,10% rispetto al 2019, con ampi divari tra Nord (che spende mediamente di più) e Mezzogiorno. Confrontandola con quella dei maggiori paesi europei, a fronte del 21,4% di quella italiana, corrispondente, a parità di potere d’acquisto, a 920 dollari pro capite, l’out of pocket in Francia raggiunge appena l’8,9% del valore totale (corrispondente, per il 2021, 544 dollari pro capite), l’11% in Germania (882 dollari pro capite)”.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/03/sanita-a-pezzi-la-corte-dei-conti-spesa-pro-capite-inferiore-del-53-rispetto-a-quella-della-germania-42-rispetto-alla-francia/7500055/">Sanità a pezzi, la Corte dei Conti: “Spesa pro capite inferiore del 53% rispetto a quella della Germania, -42% rispetto alla Francia”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> categories: - Economia - Corte dei Conti - Sanità summary: | <p>La lezione del Covid non è servita a nulla. Continua ad allargarsi il gap tra la spesa sanitaria pro capite dell’Italia e quella sostenuta dagli altri grandi paesi europei. 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